Recensioni opere

RECENSIONI E ARTICOLI SCRITTI DA CRITICI, PARENTI E AMICI SULLE MIE OPERE.
Anche in un mondo proteso verso la realtà virtuale, i percorsi esistenziali restano tappezzati di immagini reali che nell’ideazione artistica conservano un ruolo sempre importante. Possono essere figure più o meno riconoscibili, segni più o meno incisivi, macchie colorate più o meno informi. Tante, le soluzioni espressive e tutte rivolte ad una narrazione sempre più tridimensionale. La libertà gestuale di un artista, quando manifesta incondizionatamente i propri umori, può evocare inconsciamente sensazioni remote o ataviche, oppure quotidiane. Loris Cavallari, così esprime la sua percezione della realtà mentre scorre; e lo fa avvalendosi di molteplici tecniche particolari acquisite nel tempo con maestri di livello come Peter Pellegrini per la pittura, Rina Riva per la grafica e May Hofer per le tecniche di smalto. Anni di ricerca lo hanno portato a modulare linguaggi e registri diversi, passando dall’astrazione alla figurazione, ad un linguaggio che definiremo postmoderno, anzi post-strutturalista.

Usa materiali vari e dissimili: la fotografia ad esempio, trattata in collage, l’olio in forma materia, lo smalto in varie densità e spessori, il metallo in forma segnica e organica. Cavallari lavora su più livelli nella stessa opera, trovando soluzioni intese a dare evidenza tridimensionale; ed è appunto interessante come riesca a gestire materiali così eterogenei anche sotto il profilo estetico e ad assemblare in articolazioni, pattern, ombre portate, trasparenze, tutte coerenti con un pensiero filosofico che evoca una complessità di riflessioni in relazione tra loro. Un gioco, anche. Sempre coinvolgente, tra significanti e significati, s’inoltra tra supporti lievi, sostenuti da velature cromatiche e contrappunti matrici, presenze e posture umane quasi tratte da un sogno. La sostanzialità materia sconfina nella virtualità; e tornano momenti, situazioni più o meno rarefatte, memorie, aspirazioni, speranze.

Di Severino Perelda “Alto Adige 01.06.2010”

Loris Cavallari poeta dell’inorganico. Fine eleganza e radiosa luminosità catturano la vista di chi osserva le sue opere. La sua pittura viene arricchita dall’unione di scarti industriali ed elementi naturali ed esaltata dall’antica e preziosa tecnica bizantina dello smalto a fuoco. Quest’ultima racchiude in sé i primitivi elementi naturali, fin dall’antichità considerati come i divini archè del mondo. Lo smalto è l’unione delle terre e dell’acqua che per mezzo del fuoco e dell’aria dà il miracolo della luce! Ed è verso il nuovo elemento Luce, supremo apeiron, che sono tese tutte le opere di Loris Cavallari.

Gioia e senso di piacere in chi li osserva. Sono opere mistiche astratte che si presentano all’osservatore come un possibile tramite verso il trascendente. Specchi, vetri opalescenti, legno, fiori, rottami industriali sono tutti oggetti abbandonati o trovati per caso a cui l’artista riciclandoli dona una poeticità estetica.

di Ruben Cavallari

L’esposizione, dal titolo rhizomatic vernetzt, presenta un allestimento pensato e realizzato dall’artista insieme allo sales manager Klauser Ernst, dove trova spazio l’idea di fondo del “rizoma”, caro all’artista. Rizoma è la radice del fiore Iris ed è il termine adottato dai due filosofi francesi Deleuze e Guattarì per chiamare il loro sistema filosofico. Nella loro opera “Rizoma” scritta negli anni 70, si prefigura l’avvento di una società-rete, in cui la comunicazione e i meccanismi della cultura e del potere viaggiano per “radici rizomatiche” piuttosto che secondo modelli piramidali, presagendo così di quasi trent’anni l’avvento di Internet. Il rizoma, inteso come radice, non ha un centro identificabile, ma piuttosto ha dei nodi che creano nuove vite e nuovi nodi: i due filosofi introducono il termine rizoma per descrivere la teoria e la ricerca che permettono interpretazioni e rappresentazioni multiple, non gerarchiche, e sempre in evoluzione proponendo il concetto di “faccializazione”. Questa è la modalità di funzione della rete, da qui la parola “vernetzt” che in tedesco significa appunto “in rete”.

In rhizomatic vernetzt si crea un forte legame tra pittura, danza e design. Tre linguaggi artistici differenti s’incontrano, s’intrecciano e vanno a formare una rete, un unico linguaggio. Come un ballerino in movimento, così Cavallari cerca di rimanere in equilibrio tra l’innumerevole quantità d’immagini che ci circondano, divenute talmente importanti da riuscire a condizionarci. Considera la sua arte un modo per fissare frammenti di vita quotidiana filtrati anche attraverso i mass media, la pubblicità, la moda. La sua pittura ci racconta un mondo fatto di figure, di volti, di oggetti , di dettagli reali o soltanto pensati o sognati che incontrandosi e fondendosi prendono nuovamente vita.

di Rebecca Cavallari

Moda e arte, design e pittura, un incontro spontaneo e naturale per l’artista Loris Cavallari che da sempre considera la sua arte un modo per fissare frammenti di vita quotidiana filtrati anche attraverso i mass media, la pubblicità, la moda. Le sue tele raccontano di un mondo fatto di figure, di visi, di profili, di oggetti sia tratti da cronache quotidiane ma anche pensati o sognati che incontrandosi e fondendosi si animano vicendevolmente.Ed è il “manichino” il Leitmotiv della mostra, un oggetto dalle fattezze umane, inanimato, tipico dei circuiti commerciali ed espositivi spesso utilizzato dai pittori per raccontare silenti storie di uomini.

Loris Cavallari, infatti, come un abile burattinaio, restituisce la vita ai suoi “manichini”, che lentamente diventano personaggi, i protagonisti silenziosi di un mondo vitale sia reale che immaginario, in cui ciascuno di noi può diventare il regista. I suoi quadri sono fatti per essere esplorati, scrutati, indagati anche nei particolari perché come – in una scenografia – nulla è inserito casualmente, ma ciascun elemento comunica con l’altro e con l’esterno creando un’efficace armonia d’insieme impreziosita dall’uso vivace e luminoso dei colori.

di dott. Bini Elena


OPERE
Acquerelli

L’acquerello è una tecnica che prevede l’uso di pigmenti macinati con un legante e diluiti.

Rizomatici

Nei Rizomatici si crea un forte legame tra pittura, danza e design. Rizoma è la radice del fiore Iris.

Arte Sacra

La raccolta di opere sacre che durante gli anni ho realizzato per Chiese e Cappelle.

Sostanziali

La sostanzialità materiale sconfina nella virtualità; e tornano momenti, situazioni più o meno rarefatte, memorie, aspirazioni, speranze.

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