Usa materiali vari e dissimili: la fotografia ad esempio, trattata in collage, l’olio in forma materia, lo smalto in varie densità e spessori, il metallo in forma segnica e organica. Cavallari lavora su più livelli nella stessa opera, trovando soluzioni intese a dare evidenza tridimensionale; ed è appunto interessante come riesca a gestire materiali così eterogenei anche sotto il profilo estetico e ad assemblare in articolazioni, pattern, ombre portate, trasparenze, tutte coerenti con un pensiero filosofico che evoca una complessità di riflessioni in relazione tra loro. Un gioco, anche. Sempre coinvolgente, tra significanti e significati, s’inoltra tra supporti lievi, sostenuti da velature cromatiche e contrappunti matrici, presenze e posture umane quasi tratte da un sogno. La sostanzialità materia sconfina nella virtualità; e tornano momenti, situazioni più o meno rarefatte, memorie, aspirazioni, speranze.
Di Severino Perelda “Alto Adige 01.06.2010”
Gioia e senso di piacere in chi li osserva. Sono opere mistiche astratte che si presentano all’osservatore come un possibile tramite verso il trascendente. Specchi, vetri opalescenti, legno, fiori, rottami industriali sono tutti oggetti abbandonati o trovati per caso a cui l’artista riciclandoli dona una poeticità estetica.
di Ruben Cavallari
In rhizomatic vernetzt si crea un forte legame tra pittura, danza e design. Tre linguaggi artistici differenti s’incontrano, s’intrecciano e vanno a formare una rete, un unico linguaggio. Come un ballerino in movimento, così Cavallari cerca di rimanere in equilibrio tra l’innumerevole quantità d’immagini che ci circondano, divenute talmente importanti da riuscire a condizionarci. Considera la sua arte un modo per fissare frammenti di vita quotidiana filtrati anche attraverso i mass media, la pubblicità, la moda. La sua pittura ci racconta un mondo fatto di figure, di volti, di oggetti , di dettagli reali o soltanto pensati o sognati che incontrandosi e fondendosi prendono nuovamente vita.
di Rebecca Cavallari
Loris Cavallari, infatti, come un abile burattinaio, restituisce la vita ai suoi “manichini”, che lentamente diventano personaggi, i protagonisti silenziosi di un mondo vitale sia reale che immaginario, in cui ciascuno di noi può diventare il regista. I suoi quadri sono fatti per essere esplorati, scrutati, indagati anche nei particolari perché come – in una scenografia – nulla è inserito casualmente, ma ciascun elemento comunica con l’altro e con l’esterno creando un’efficace armonia d’insieme impreziosita dall’uso vivace e luminoso dei colori.
di dott. Bini Elena
L’acquerello è una tecnica che prevede l’uso di pigmenti macinati con un legante e diluiti.
Nei Rizomatici si crea un forte legame tra pittura, danza e design. Rizoma è la radice del fiore Iris.
La raccolta di opere sacre che durante gli anni ho realizzato per Chiese e Cappelle.
La sostanzialità materiale sconfina nella virtualità; e tornano momenti, situazioni più o meno rarefatte, memorie, aspirazioni, speranze.